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giovedì 23 giugno 2011

Dissertazione sulla fotografia

Già il filosofo Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un'immagine circolare. Lo studioso arabo Alhazen Ibn Al-Haitham, è considerato l'iniziatore dell'ottica moderna, giunse (prima del 1039) alle stesse conclusioni, definendo la scatola nella quale le immagini si riproducevano con il termine camera obscura. Merito di Alhazen fu anche quello di aver modificato la teoria delle scorze con quella delle scorzettine cioè delle piccole scorze emesse in tutte le direzioni da ciascun elemento di cui si compone un corpo comunque grande, scorze talmente piccole che, per entrare nell' occhio, non necessitano di alcuna contrazione lungo il loro percorso. Per la prima volta nella storia dell' ottica, viene introdotta la scomposizione dell' oggetto osservato in parti elementari, ciascuna delle quali emette in tutte le direzioni. Ma le traduzioni (fra le quali rilevano gli Elementi di Euclide un matematico greco antico, che visse molto probabilmente durante il regno di Tolomeo I e l'Almagesto di Tolomeo, che è l'importante opera astronomica scritta intorno al 150 da Claudio Tolomeo che per più di mille anni costituì la base delle conoscenze astronomiche nel mondo islamico e in Europa, lo introdussero anche alla speculazione personale su molte delle materie analizzate, risultando in approfondimenti e riformulazioni che sarebbero rimaste per molti secoli di importanza capitale. La parte più rilevante dei suoi studi è raccolta in 25 saggi di matematica ed in 45 ricerche di fisica e metafisica, oltre alla sua autobiografia del 1027. Fu soprattutto nell'ottica che le sue ricerche produssero risultati d'eccezione. Studiando l'ottica euclidea, enunciò teorie sulla prospettiva, della quale focalizzò il suo interesse sui tre punti fondamentali, il punto di vista, cioè la parte visibile dell'oggetto che incarna da un lato la “logica” secondo cui è costruita l’immagine e l'illuminazione, riformulando i modelli geometrici che ne descrivevano le relazioni. Nel 1515 Leonardo da Vinci utilizzò la camera oscura, o camera ottica che è un dispositivo ottico la cui invenzione è alla base di tutta la tecnica fotografica, per dimostrare che le immagini hanno natura puntiforme, si propagano in modo rettilineo e vengono invertite nell'ingresso della camera oscura dal foro stenopeico camera oscura leonardiana. A Gerolamo Cardano fu da attribuirsi, nel 1550, l'utilizzo di una lente convessa per aumentare la luminosità dell'immagine, mentre il veneziano Daniele Barbaro, con importanti studi sulla prospettiva e sulle applicazioni della camera oscura, utilizzò un diaframma, per migliorare la resa dell'immagine e nel 1568, utilizzò una sorta di diaframma di diametro inferiore a quello della lente per ridurre le aberrazioni, di un sistema ottico che consitono tra la differenza dell'immagine effettiva, reale, formata dal sistema e l'immagine che si voleva ottenere, immagine che di solito è bidimensionale e consiste in una proiezione geometrica della scena reale sul piano focale, definito come quel piano perpendicolare all'asse ottico al quale appartiene il fuoco. Tutto questo ci ha portato alla costruzione della fotocamera che è costituita da due parti fondamentali: un corpo, con un'apertura ad un'estremità per permettere alla luce di entrare la camera oscura, ed una superficie di registrazione per catturare l'immagine luminosa all'altra estremità, nella maggioranza dei casi si aggiunge la parte diottrica (lenti) o catadiottrica (specchi), che va a costituire l'obiettivo fotografico. La fotocamera in senso stretto, quella più nota e diffusa, lavora con la porzione dello spettro elettromagnetico visibile o luce. Ma è solo nel 1840 l'introduzione da parte di Joseph Petzval per conto della Voigtländer di un obiettivo di luminosità f/3.6, tra le prime realizzazioni gli obiettivi di tipo Petzval, a altri destinati a diventare famosi, come ad esempio il Collinear e l'Heliar. Nel 1840 costruì la prima lente per macchine fotografiche, mentre nel 1841 venne messo a punto il primo dagherrotipo interamente in metallo

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